Nel mondo del marmo di Carrara ogni figura professionale ha un suo nome specifico spesso erede di antiche tradizioni e talvolta traduzione di parole nate in dialetto. È il caso del “capo-piazzale” cioè la figura che coordina il lavoro e l’attività nel piazzale dell’azienda che – per facilitare la comprensione – si può paragonare ad un deposito o magazzino ma con delle peculiarità in più perché è l’anima dell’azienda subito dopo la cava. Visivamente è un piazzale ma si intuisce che è molto di più perché è qui che si gestisce buona parte dell’attività: dall’arrivo del marmo alla sua spedizione passando per la gestione delle lavorazioni. Un sistema complesso che richiede professionalità elevate. Ecco perché il termine piazzalista è eredità di un passato che oggi guarda al futuro e parla di una professione trasformata.
In FUM a sovrintendere l’attività nel piazzale c’è Massimo Baruzzo, da 25 anni in azienda.
“Per sintetizzare al massimo mi occupo di logistica e di lavorazioni – ci racconta accompagnandoci nella sua giornata tipo nel piazzale – La prima cosa che faccio al mattino è destinare il personale a svolgere le attività in base al programma di carichi in partenza e in arrivo: prima gli operatori delle macchine poi i piazzalisti. Dovete immaginarlo come un sistema complesso con attività diverse. Ogni giorno facciamo un programma delle lavorazioni e di conseguenza delle movimentazioni del materiale e le tempistiche da rispettare. Il nostro lavoro “accompagna” il materiale fino alla partenza momento in cui dobbiamo prestare la massima attenzione sia nella fase di imballaggio sia nella fase di verifica delle liste di spedizione”.